Storia Cultura Arte
 
Complesso Conventuale di San Domenico  
Di Maria Cerzoso  
 

Il Complesso Conventuale di S. Domenico di Cosenza costituisce, insieme a Santa Maria della Consolazione di Altomonte, uno dei pochi esempi superstiti in Calabria di architettura conventuale domenicana.
Risale al 1240, con la bolla pontificia di papa Gregorio IX, l’autorizzazione a concedere ai Domenicani la chiesetta di S. Matteo, extra moenia, per la costruzione della chiesa e del convento, ma è solo nel 1449 che, per volontà del principe di Bisignano Antonio Sanseverino, iniziò la costruzione del complesso monastico. Terminato nel 1468, dal 1525 in poi fu sede di uno “Studium Generale” delle due Province di Calabria Citra e Ultra, presso il quale nel 1588 fu anche Tommaso Campanella. Esso venne soppresso nel 1809, divenne sede del Distretto Militare e ora, acquisito dall’Amministrazione Comunale di Cosenza, è sede di eventi culturali.
Da alcune relazioni redatte dall'Arcivescovo Pallotta e dal Nunzio Apostolico nel 1628, si desumono le notizie sulla suddivisione e destinazione degli spazi conventuali: dormitori, biblioteca, farmacia, ambienti per il lavoro, chiostri. In esse si fa riferimento a quattro chiostri, che evidentemente sono da individuare nei quattro lati porticati dell'unico chiostro di San Domenico.
Questo, esempio architettonico di grande raffinatezza, che sottolinea il passaggio dalle tipologie gotiche alle prime forme rinascimentali, fu realizzato probabilmente da maestranze altamente qualificate, a giudicare dal livello di esecuzione di molti elementi strutturali e decorativi. Nonostante esso confermi la matrice comune a tutti i conventi dell'Ordine Domenicano, nella dotazione degli impianti esprime caratteri propri dell'architettura quattrocentesca meridionale, rintracciabili negli archi eseguiti con conci sagomati, nelle volte a crociera abbinati a pilastri a sezione ottogonale, semplice o composita. L'impianto, quadrangolare, è composto da sei arcate per lato, a tutto sesto, con un totale di 28 campate sorrette da 24 pilastri, alla base dei quali è stata realizzata una duplice cornice riportata poi nell'imposta delle arcate. Evidente la ricerca di dettaglio nei motivi e negli elementi simbolici che decorano le mensole dei peducci lapidei di appoggio delle crociere dei portici.
I portali mostrano cornici di tipo classico e robuste modanature tufacee di stile catalano-durazzesco. Sulle chiavi di crociera è lo stemma gentilizio dei Sanseverino, mentre al centro del cortile, sulla vera da pozzo, è evidente lo stemma dei Ruffo di Calabria.
Parti integranti del complesso monastico sono la Chiesa di S. Domenico, la cappella di S. Matteo e S. Antonio, l’Oratorio del Rosario, e una serie di cappelle votive appartenute alla nobiltà locale. La chiesa di S. Domenico ha una vasta facciata adorna da un protiro archiacuto in pietra calcarea, che lascia intravedere il seicentesco portale ligneo riccamente intagliato, e da un grande rosone in tufo in stile gotico flamboyant, racchiuso in un robusto torciglione. La cupola, barocca, si erge su un tamburo poligonale finestrato e sostenuto da robusti pilastroni in tufo. All’esterno è rivestita di rame e all’interno dagli stucchi del napoletano Giovanni Calì. L’interno della chiesa, ad un’unica navata, è sontuosamente rivestito da decorazioni barocche sovrapposte all’originario impianto gotico. Sull’altare maggiore, in marmi policromi, barocco, è una copia del celebre quadro di S. Domenico di Soriano, del 1721. Dietro, nell’abside e nella contigua cappella ottagona, parti dell’antico coro ligneo, datato al 1635. Agli altari laterali tele di artisti locali del XVIII e XIX secolo. Dalla cappella votiva a destra dell’altare si accede alla cappella di S. Matteo (sec. XII-XIV) . A pianta rettangolare, essa termina in un abside coperta da una volta a crociera, con un Crocifisso ligneo del tardo cinquecento. In un piccolo vano della cappella è possibile ammirare il gruppo marmoreo della Madonna della Febbre risalente al tardo Rinascimento. A destra del portone principale è la Cappella del Rosario, eretta tra il 1630 e il 1640. Il suo interno, con scanni decorati ad intagli lignei, soffitto cassettonato a grande rilievo decorato con fogli di oro zecchino, si presenta adorno con tele raffiguranti alcuni misteri del Rosario e affreschi di buona scuola secentesca su schemi più antichi. Sulla cantoria, un organo in legno scolpito e dipinto risale al XVIII secolo.

 

 
© Copyright 2011 Top Class